LUISA Convegno “Cave di marmo e pietre ornamentali: analisi di una crisi, progetti e prospettive.“
Venerdì 16 luglio dalle 09.45 alle 12.45 presso il Teatro Centrolucia di Botticino – Via Longhetta, 1 – Botticino
Intervento della dottoressa Luisa Senini, presidente del Consorzio Marmisti Bresciani, insieme agli interventi di Provincia di Brescia, Regione Lombardia, i sindaci dei comuni del settore lapideo (Botticino, Nuvolera, Nuvolento, Paitone, Serle), l’associazione industriale bresciana AIB, la Comunità Montana Valle Sabbia, FILLEA – CIGL, FILCA – CISL Brescia, il Consorzio Produttori Marmo Botticino Classico e il Consorzio Cavatori del marmo del bacino della Valle di Nuvolera.
Luisa Senini, in qualità di presidente del CMB, associazione che raccoglie 40 aziende trasformatrici del settore lapideo, dopo aver ringraziato tutti i partecipanti al presente convegno che ha unito tutti gli interlocutori di questo importante e strategico settore per la provincia di Brescia, ha sottolineato come il Consorzio si sia sempre contraddistinto per la valorizzazione dei residui di lavorazione (fanghi e cocciame) dei laboratori lapidei di trasformazione, che un tempo erano classificati come rifiuti speciali ed ora invece sono considerati sottoprodotti e materie prime e seconde.
Il know how del Consorzio Marmisti Bresciani, che in tale ambito è riconosciuto come un modello di eccellenza nazionale da cui traggono spunto altre province e altre regioni, da qualche anno si è allargato anche alla gestione dei residui di coltivazione delle cave nel bacino bresciano, infatti anche il pietrisco, come il fango e il cocciame, è divenuto un materiale di riutilizzo per una economia sostenibile, a beneficio dell’ambiente e dell’economia stessa del nostro settore.
Ciò che una volta era rifiuto, quindi un costo per l’azienda e un problema per l’ambiente, ora è un materiale di riuso che corrisponde a un risparmio di denaro e di suolo contemporaneamente.
La scelta della pietra naturale si conferma quindi l’opzione Green per eccellenza non solo per la sua costituzione intrinseca e la sua durevolezza, ma anche e soprattutto per il processo produttivo a rifiuto azzerato.